Alighiero Boetti
Biografia
(Torino, 1940 – Roma, 1994) Studia da autodidatta e esordisce nel 1967 nell’ambito dell’Arte Povera. Nel 1971 scopre l’Afghanistan e inizia il ciclo delle Mappe ricamate, che registra i mutamenti politici del mondo, declinando da una singola idea un'infinita possibilità di variazioni uniche. Inserendo una “e” tra il proprio nome e cognome, fonda il principio della delega a terzi nell’esecuzione delle opere, avviando una ricerca concettuale di carattere linguistico e tassonomico. Se i Lavori postali si basano sulla scansione del tempo e sulle leggi della permutazione matematica, i dipinti a penna biro, realizzati dal 1972 a Roma, dove l’artista si trasferisce, riscoprono il colore. Analogamente fanno i Ricami con lettere (1973), che mettono in quadrato frasi e giochi di parole. I Tutto, nati a inizio anni Ottanta, sono un compendio del suo nomadismo culturale, mescolando figurazione occidentale e astrazione orientale. I progetti dei primi anni Novanta hanno, infine, carattere monumentale e “corale”, implicando il coinvolgimento di centinaia di persone in qualità di artefici consapevoli o inconsapevoli. F.F. (Fondazione Alighiero e Boetti)
(Torino, 1940 – Roma, 1994) Studia da autodidatta e esordisce nel 1967 nell’ambito dell’Arte Povera. Nel 1971 scopre l’Afghanistan e inizia il ciclo delle Mappe ricamate, che registra i mutamenti politici del mondo, declinando da una singola idea un'infinita possibilità di variazioni uniche. Inserendo una “e” tra il proprio nome e cognome, fonda il principio della delega a terzi nell’esecuzione delle opere, avviando una ricerca concettuale di carattere linguistico e tassonomico. Se i Lavori postali si basano sulla scansione del tempo e sulle leggi della permutazione matematica, i dipinti a penna biro, realizzati dal 1972 a Roma, dove l’artista si trasferisce, riscoprono il colore. Analogamente fanno i Ricami con lettere (1973), che mettono in quadrato frasi e giochi di parole. I Tutto, nati a inizio anni Ottanta, sono un compendio del suo nomadismo culturale, mescolando figurazione occidentale e astrazione orientale. I progetti dei primi anni Novanta hanno, infine, carattere monumentale e “corale”, implicando il coinvolgimento di centinaia di persone in qualità di artefici consapevoli o inconsapevoli. F.F. (Fondazione Alighiero e Boetti)